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Il Punto di Torgio Giosatti

SPECIALE CAPODANNO

 

Al termine dell'anno solare 2010, vediamo qual è lo stato di salute delle 16 sorelle della Serie A Green, considerando quanto hanno fatto sinora e misurandone così le relative ambizioni per l'anno nuovo, anche in chiave mercato…..(prima e seconda parte).

 

ATLETICO DOMINGO

Marcello, lo sai: sei la squadra da battere.

Nonostante l'ennesima prematura eliminazione dalla Champions, il Domingo di Marcello Simonetti è la squadra che forse più di tutte sta mantenendo le aspettative di inizio stagione. Una campagna abbonamenti coi baffi (quasi 54000 tagliandi, secondo solo all'Acab), il conseguente allargamento dell'impianto “Angelo Domenghini” e i favori del pronostico dei bookmakers potevano diventare fattori di distrazione fatali per la compagine partenopea. Se a questo aggiungete una piazza ribollente e sempre alla ricerca del sogno a cui aggrapparsi, gli ostacoli sulla strada degli azzurro-celesti non erano pochi. Con un abile miscela di bastone e carota, Simonetti ha saputo dosare sapientemente tutti questi elementi, tenendo sempre sulla corda i suoi anche in momenti complicati quando molti pezzi grossi erano infortunati e il ricorso al prestito diventava una necessità. Non solo, sin dal giorno dell'asta iniziale, il manager napoletano aveva offerto a tutti un aperitivo di quello che avrebbero assaggiato durante la stagione, rivalendosi dello smacco di mercato rifilatogli l'anno scorso dal Curtale con Maxi Lopez, infinocchiando Dario Brindisino al quale ha praticamente affibiato i portieri del Bari in cambio di quelli del Milan.

Al momento, dunque, il Domingo sta dominando questa Serie A Green 2010/11 con molto merito e altrettanta fortuna, che ne ha fatto sinora la squadra con meno punti subiti, considerazione fondamentale per giudicare una classifica che resta comunque ancora corta e aperta ai ribaltoni. Simonetti lo sa e se fino ad ora ha fatto il “pompiere” gettando acqua sul fuoco degli entusiasmi, ora ha capito che è cominciata la fase in cui bisogna mostrare i muscoli ad avversari pericolosamente galoppanti come Labbari, Terlizzi e Delinquere, anche in vista del mercato. E il fatto che i partenopei siano al momento ancora imbattuti dopo 12 giornate, non fa che rafforzare la tesi che siano senza dubbio la squadra da battere.

Il Natale potrebbe portare a Napoli la terza punta da affiancare a Toni ed Eto'o e ancora una volta grazie alla lungimiranza di Simonetti, il regalo potrebbe trovarsi già dai primi di gennaio sotto il Vesuvio. Maccarone, infatti, è ufficialmente sul mercato e, a meno che non decida clamorosamente di scendere di categoria (Torino), il suo nome è in pratica sui taccuini di mezza Serie A. Ma la vera sorpresa in casa domenghina potrebbe essere il rilancio di Floro Flores lontano da Udine, nel Chievo, nel Genoa e, perchè no, anche a Napoli. E se per Suazo ci fosse l'amarcord Cagliari e Boakye diventasse precedenza, Simonetti avrebbe delle ottime carte in mano per arrivare al centrocampista top in grado di mettere il turbo all'Atletico Domingo e farlo diventare definitivamente imprendibile.

 

 

LABBARI

Con Quagliarella tutto è possibile.

Grande stagione sinora per il Labbari di Marco Tedone, al suo esordio come manager unico della franchigia. A differenza di Simonetti, la strategia mediatica del tecnico barese è stata tutta basata sul gioco delle contraddizioni: un giorno la squadra è da scudetto, quello dopo si deve salvare, in un continuo tourbillon di dichiarazioni che hanno finito per confondere la stampa e i media, i quali di conseguenza hanno via via dato sempre meno peso alla compagine pugliese. Esattamente quello a cui mirava Tedone: dopo aver capito a sue spese che avere i riflettori addosso rende complicatissime anche le scelte più facili, il mister biancorosso ha virato di netto verso una direzione meno pomposa ma decisamente più efficace, nella gestione della squadra, dei media e soprattutto del mercato.

Contrariamente alle scorse stagioni, infatti, Tedone non vuole cascare nel tranello del “tac-tac”, ovverosia gli scambi interni facili facili perchè conclusi con franchigie vicine agli ambienti della società e conclusi magari dopo un bicchiere di troppo. Da applausi soprattutto l'operazione che ha portato a Montolivo (pupillo del mister), anche se non bisogna dimenticare che, così come per il Domingo, anche per Labbari la fortuna sta giocando un ruolo determinante per le sorti della squadra. Basti pensare che intorno ad ottobre, il Lupiae rifiutò proprio dal Labbari un'offerta che avrebbe portato in Salento Zapata, Sculli, Piatti, Quagliarella e circa 70 mld, in cambio di Dellafiore, Pinzi, Munari e Floccari. Fortuna ha voluto, appunto, che il Lupiae ritrattò il famoso “compro subito” e da allora proprio Quagliarella è stato il propellente principale del motore biancorosso, spingendolo fino al secondo posto in classifica e ai Quarti di Champions, dove se la vedrà coi rivali del Terlizzi, già abbattuti in campionato.

I due punti che separano i pugliesi dal Domingo sono forse da attribuire a piccole imperfezioni durante l'asta di settembre (dovute, come detto, agli impacci da esordio), come i 213 mld spesi per Donati e Almiron (conditi poi dall'acquisto di Gazzi). Una di queste imperfezioni, però, potrebbe essere il regalo più bello che Tedone riceverà per natale: il portiere Marchetti, infatti, pare sia vicinissimo ad accasarsi al Genoa che vorrebbe sbarazzarsi del portoghese Eduardo. A quel punto Tedone avrebbe in casa un'ottima pedina di scambio che potrebbe interessare, e molto, a squadre dalla porta traballante come Curtale, Delinquere, Akragas e chiaramente allo stesso Wailers, che in quel caso sarebbe addirittura alle strette. Marchetti non sarebbe comunque sufficiente ad arrivare all'agognata terza punta di ruolo in grado di giustificare le ambizioni scudetto dei baresi. Denis era già noto ai più, Destro, Malonga e Kerlon promettono bene, ma anche in caso di precedenza per uno o più di questi tre, Tedone dovrà comunque inventarsi qualcosa sul mercato, magari cedendo qualcuno tra Almiron, Sculli e Giacomazzi oppure qualcosina in difesa, che potrebbe improvvisamente diventare “abbondante” se Britos e Dellafiore andassero a fare i titolari rispettivamente a Napoli e Lecce.

 

 

DELINQUERE

Anche con Ibra, serve più concentrazione.

Dopo l'inattesa retrocessione della scorsa stagione, Domenico Sergi ha dovuto fare i conti con lo scetticismo della piazza di Reggio Calabria, che non ha particolarmente gradito i viaggi sull'ascensore neroamaranto a botta di 10 punti alla volta: 35 punti nel 2007 (salvo all'ultima giornata), 55 nel 2008 (campione), 45 nel 2009 (sesto) e di nuovo 35 nel 2010, non sufficienti però per evitare il tracollo. Nemmeno il duo Ibra-Lavezzi è stato in grado di far impennare gli abbonamenti, rimasti sotto quota 20000, ma Domenico Sergi è stato bravo a non farsi condizionare riuscendo a schierare sempre una squadra agonisticamente cattiva e con una difesa (leggi culo) di ferro, seconda solo al Domingo. Il resto, come detto, lo stanno facendo Ibrahimovic (ben 103 punti totali per lui) e Lavezzi, unico confermato e sul quale Sergi ha puntato tantissimo dopo il mezzo flop dell'anno scorso (anche se aveva dato segnali di ripresa proprio dopo il trasferimento dal Lupiae al Delinquere).

Il terzo posto dei calabresi non può dunque considerarsi casuale: se da un lato si è dovuto far fronte ai gravissimi infortuni di Frey e Pippo Inzaghi, dall'altro gli innesti di Grava, Angelo, Ricchiuti, Santana e Coutinho possono essere giudicati positivamente, sebbene non tali da far fare il salto di qualità nella corsa al tricolore.

Anche ai tifosi neroamaranto babbo natale potrebbe riservare diverse sorprese sotto l'albero, specialmente in attacco, dove all'esplosione di Pinilla (annunciata, dicono in tanti: ma allora perchè è costato solo 32 mld?) potrebbe seguire quella di Okaka, se il talentino romanista accetterà di far esperienza ad esempio a Bari. Dove invece potrebbe mancare qualcosa è in difesa: dietro Riise e Lucio, i soli Grava e Aronica rischiano (complice anche il mercato del Napoli) di non essere sufficienti; Angelo gioca bene ma a intermittenza, mentre Rossi, Gustavo e Lauro hanno profondamente deluso e difficilmente troveranno posto in campo nel 2011: per gli ultimi due, in particolare, si parla di cessioni all'estero e in B e in quel caso Sergi avrebbe da rimboccarsi le maniche. Per onestà di cronaca, infine, va detto che nei 4 punti che separano il Delinquere dalla capolista Domingo c'è anche qualche distrazione di troppo del mister Sergi, che a volte ha lasciato punti per strada spedendo in tribuna i suoi goleador di giornata o ha rischiato l'annullamento della formazione schierando giocatori non più in rosa, solo per citare due episodi. Ed è per questo che a Reggio Calabria si augurano che l'anno nuovo possa portare, oltre che qualche tassello dal mercato, anche quella motivazione in più che possa tenere fino alla fine la squadra sugli alti livelli su cui si è attestata fino ad ora.

 

 

TERLIZZI

Grinta, mercato e fiducia: la ricetta di Memola.

Delle quattro di testa il Terlizzi sembrerebbe forse quella più debole sulla carta a livello di organico. Questa è senz'altro una nota di merito per Paolo Memola che ciononostante ha saputo tirar fuori il meglio dagli elementi a sua disposizione, ma come sempre l'altra faccia della medaglia ci fa vedere come le quattro squadre di testa siano anche le quattro difese meno battute del torneo sinora, il che va a bilanciare meriti umani e meriti divini… Fatta questa doverosa premessa, si può affermare che lo zoccolo duro del Terlizzi 2009/10 riconfermato fortemente da Paolo Memola sta letteralmente trascinando la squadra. Da sottolineare in particolare le prestazioni di Ranocchia e Borriello, sempre più da Nazionale, ma senza dimenticare il grande contributo offerto in mediana da Cambiasso e Nocerino, veri e propri motorini della squadra. Le altre scoperte di Memola si chiamano A.Masiello, Nagatomo, Hetemaj, Marques e Biabiany, che anche se a fasi alterne hanno dimostrato di poter essere particolarmente incisivi se il mister pugliese sarà in grado di agevolarne la loro esplosione definitiva. Cosa che però sarebbe comunque insufficiente per mantenere il passo scudetto, visto che il Terlizzi non segna tantissimo: gli “acquisti emotivi” (come li ha definiti lo stesso Memola in quanto fatti conseguentemente alla perdita di Hernandez all'asta) di Pandev e Meggiorini stanno di fatto zavorrando la squadra che, schierandosi sempre con il tridente, non ha dall'attacco il contributo in punti che necessiterebbe. Memola ha provato in tutti i modi durante l'autunno a riparare, ma l'aver offerto praticamente a tutti l'interista e il bolognese non ha fatto che portare sottozero la loro valutazione e quindi tutti gli occhi dei tifosi azzurrogranata sono ora puntati sul mercato invernale. Servirebbe anzitutto un difensore, visto che Yepes non si muoverà da Milano anche in caso di arrivo di Mexes e che Esposito vorrebbe tornare a Lecce, che però si sta orientando su altre piste. A centrocampo Sosa e Zuniga non hanno mai pienamente convinto, così come i cinque attaccanti a disposizione di Memola messi insieme non fanno nemmeno una gamba di Borriello. Questi gli interrogativi più pesanti che il manager pugliese si porterà appresso nel 2011: se però i risultati ottenuti con l'attuale rosa sono questi, eventuali correttivi non potranno che apportare miglioramenti, ed è questo che si aspettano i quasi 37000 abbonati del Terlizzi, specialmente dopo la grande delusione del derby… Ora c'è subito la possibilità di rifarsi con la Champions, prima del faccia a faccia con la capolista Domingo.

 

 

ACAB

Gallicchio, l'ottimismo per ora non basta.

Nonostante il quinto posto il cielo su Novoli resta comunque molto nuvoloso. Al contrario del Domingo, Marco Gallicchio non è forse riuscito a reggere il peso dei favori del pronostico e le aspettative dei 55000 abbonati del Vito Fazzi e si ritrova così a -10 dalla capolista. Niente di irreparabile, ovviamente, ma la delusione è palpabile in casa nerogialla, tant'è che per staccare la spina durante queste vacanze il presidente Gallicchio volerà in quel di New York, forse per studiare con meno pressioni le prossime strategie di mercato.

Sta di fatto che l'Acab ripartirà nel 2011 all'inseguimento del treno scudetto che per ora è sembrato andare troppo veloce, complici anche i contemporanei infortuni in difesa di Gamberini, Mareco, Motta e Ferrario che hanno messo a dura prova la compagine di Gallicchio. Quello delle assenze però non può assolutamente costituire un alibi per i novolesi, vista la iattura che si è abbattuta quest'anno sul campionato italiano e che ha colpito le infermerie di tutti i club, blasonati e non. E allora come spiegare il mezzo flop della squadra che ha pur sempre la migliore media punti fatti del campionato con 71,16? Anzitutto andando a guardare la graduatoria dei gol subiti, il vero “termometro della sfiga” dal quale si possono misurare obiettivamente meriti e demeriti di ogni franchigia. Qui l'Acab occupa la quarta piazza e se andiamo anche a cercare il momento più buio dei novolesi, riscontriamo che è stato proprio negli scontri diretti consecutivi contro Amici, Terlizzi e Domingo, dove il team di Gallicchio ha realizzato 7 gol subendone però 10 e racimolando solo 1 punto. Se a questo aggiungiamo che nel mercato di riparazione forse si doveva tenere maggiormente in conto l'influenza del Chievo sulla rosa (ben 6 elementi) oltre al vistosissimo calo di pedine quali Corvia, Jeda e Kutuzov che hanno spesso reso impossibile schierare il tridente, allora il -10 dal Domingo è presto spiegato. Anche il risicato passaggio del turno in Champions Green è la spia che qualcosa nei piani di Gallicchio non è andato come previsto, ed ora nei Quarti la sfida con Amici rappresenta già un appuntamento da non sbagliare.

Difficile ipotizzare eventuali soluzioni di mercato immediate per l'Acab: Corvia vorrebbe lasciare De Canio, col quale non ha un buon rapporto, ma per lui non sembra esserci tanto mercato in Serie A; identico discorso per Kutuzov, al quale si aggiunge pure una condizione fisica disastrosa ormai da anni. Quasi impossibili da piazzare anche Carboni e Bergognoux e allora Marco Gallicchio dovrà davvero lavorare di fantasia, cercando di rafforzare la squadra senza smembrarla dei suoi pezzi pregiati. Al momento le due cose sembrano escludersi l'un l'altra: quel che è certo è che prima di rivedere sprazzi di sole sul cielo di Novoli si dovrà attendere l'anno nuovo.

 

 

AMICI

Con Cassano al Milan, Bart ora ci crede…

Chi invece in attacco ha seri problemi di abbondanza è Amici di Moira Orfei, prossimo avversario come detto dell'Acab in Champions Green, dopo aver dominato il girone A eliminando i campioni uscenti del Flipper e la corazzata Domingo. Nonostante il caso Cassano, Roberto Bartolomucci ha sempre potuto schierare un tridente di tutto rispetto grazie al redivivo Crespo, ma anche ai vari Mascara, Morimoto e Bogdani e al solito eterno Del Piero. Certo, non sempre le scelte sono state azzeccate, a volte il goleador di turno è rimasto seduto in panca, ma il tecnico laziale è ben conscio di avere in avanti un patrimonio inestimabile che, volendo, può avere il suo bel peso alla resa dei conti del mercato di febbraio. Ora poi che Cassano è un giocatore del Milan, gli scenari del mercato biancolilla diventano ancor più ampi e complessi. Sicuramente si allenterà la pressione del Labbari per il giocatore, mentre altri “attacchi” potrebbero arrivare da più fronti, ad esempio Mojito o Curtale. Il vero punto debole di Amici, però, è il centrocampo. Gli exploit di Menez e la continuità di Ledesma non sono stati sufficienti a sollevare la qualità di un reparto sulla carta non da buttare, ma che sul campo si è tuttavia rivelato mediocre. Elementi come Liverani, Bresciano, Izco e Dessena, per quanto indiscutibili dal punto di vista tecnico, sono ormai dei rincalzi in tutto e per tutto e perfino giocatori l'anno scorso intoccabili come Biondini e Alvarez stanno vivendo alti e bassi, tanto da finire nel vortice del turn over. E' per questo motivo che Bartolomucci sembra sempre più orientato a privarsi di almeno due delle sue sei punte per arrivare al centrocampista di qualità imprescindibile se i pontini puntano, come dicono, allo scudetto. Qualcuno alla Hamsik o alla Pastore, per intenderci, ma finora tutti gli assalti a gente di questo calibro sono falliti anche per le eccessive pretese dello stesso Bartolomucci.

Tutto ciò nella migliore delle ipotesi, laddove invece Amici non si ritrovi costretta a puntellare anche la difesa se qualcuno dei suoi rincalzi dovesse abbandonare la massima serie. A quel punto Bartolomucci si ritroverebbe il coltello dalla parte della lama e le sue condizioni potrebbero diventare più malleabili. Certo, ora la squadra viene da ben tre sconfitte consecutive, tutte peraltro negli scontri diretti (Terlizzi, Delinquere e Domingo) e di cui due addirittura tra le mura amiche. Questi ko sono stati condizionati proprio dal mancato apporto del centrocampo e bisogna vedere fino a che punto gli ultimi risultati negativi metterano o meno pressione a Bartolomucci, accelerando dunque i tempi per operazioni di mercato che appaiono, in tutti i modi, inevitabili. Bartolomucci non è comunque manager di primo pelo, e tutto lascia presagire che Amici potrà essere fino alla fine l'outsider in grado di tenere sulla corda le pretendenti al titolo.

 

 

BLAKBLOK

Ciao ciao Pazzini. E spunta la “messa in Mola”…

Nel corso delle stagioni, per definire il Blakblok su queste colonne si è spesso usato un detto: “Furia francese e ritirata spagnola”, per indicare come ogni volta il Blakblok sembri poter spaccare il mondo e puntualmente poi sia costretto a ridimensionarsi. Nonostante il cambio alla guida tecnica (ma non societaria, come vedremo) e l'avvento di Vito Lorusso, il dna della franchigia di San Cataldo sembra essere rimasto il medesimo del motto su citato.

L'aver messo in mostra un Krasic formato super (almeno prima dell'infortunio) pagato solo 80 mld ed il poter schierare un duo di bomber come Pazzini e Cavani, dove quest'ultimo sta facendo letteralmente sfaceli in quel di Napoli, non è stato sufficiente per vedere il Blakblok nel gruppo di testa alla fine di questo anno solare.

Cerchiamo di capire perchè. Vito Lorusso ha di sicuro portato una nuova mentalità all'interno dello spogliatoio, insegnando a questa squadra ad avere fiducia nei propri mezzi rimanendo comunque umile e infatti l'inizio è stato più che incoraggiante, con 4 vittorie nelle prime 5 partite, sporcate solo dalla sconfitta con la solita corazzata Domingo. Dopodichè venne il mercato di riparazione, nel quale in teoria il Blakblok avrebbe dovuto farla da padrone grazie al tesoretto (chiamalo tesoretto…) accumulato nella stagione precedente. Tra lo stupore (e il piacere) generale, però, Lorusso non si presentò all'asta nonostante gli infortuni che hanno praticamente chiuso la stagione di Luciano e Lucarelli, spiegando poi ai giornali che non voleva dilapidare il gruzzolo prima del mercato di febbraio. E qui si palesa evidente l'inesperienza del nuovo tecnico All Blak, che sinora era riuscito a gareggiare alla pari con le vecchie volpi dal pelo grigio della Serie A Green. Anzitutto è risaputo che i ribaltoni nelle finanze in vista del mercato di febbraio sono all'ordine del giorno in questo torneo, e difatti già oggi il distacco tra il Blakblok e il diretto inseguitore (in denari e quindi l'Akragas) si è praticamente dimezzato senza che i più se ne accorgessero. Senza contare che Amici e Celtic a quota quasi 200 e Star13 e Mojito di poco sotto i 150 possono facilmente far saltare il banco quando meglio credono… A questo si è aggiunta una serie di infortuni che ha letteralmente decimato gli effettivi a disposizione di Lorusso, il quale ci ha anche messo del suo essendo spesso vittima del “friday night” (dimenticando di dare la formazione in occasione degli anticipi del venerdì) e non sfruttando al meglio le opportunità dei prestiti. Il tecnico pugliese si è dunque reso conto troppo tardi che in Serie A Green tutte le aste sono importanti ed ora si trova a fare i conti con una rosa composta da gente come Giuliatto, Traorè, Potenza, Luciano, Sissoko e Lucarelli che, al di là degli infortuni, non sembra avere futuro in Serie A.

Come se non bastasse, pesa come un macigno sulle sorti del Blakblok l'incerta situazione societaria creatasi attorno alla figura del presidente Bruno Mola, espatriato in Spagna e ancora moroso nei confronti della Lega Green della quota di iscrizione di questa stagione, nonché del pegno retrocessione di quella scorsa. Come tutti sapranno, restano poco meno di due mesi prima che la morosità faccia scattare le penalizzazioni per la compagine salentina, con buona pace dell'incolpevole Vito Lorusso che si troverebbe così a fronteggiare una situazione simile a quella con cui ha dovuto fare i conti Malesani a Bologna. Per la serie, tutto il mondo è paese.

Dulcis in fundo, Lorusso a cominciare dal prossimo impegno con l'Akragas in Green Cup dovrà fare a meno di bomber Pazzini, ceduto a novembre senza troppi scrupoli agli amici dell'Atletico Pace in cambio di Marchisio. Le altre pedine di scambio dovrebbero essere Sissoko e Corradi (o Vydra), ma ciò non sembra influire sul fatto che il Blakblok si priva del 50% del suo potenziale offensivo senza aver preventivato un'adeguata mossa riparatoria in tempi brevi.

Il nostro augurio è ovviamente di pronta ripresa sia economica sia di risultati per il Blakblok, fermo restando che questa è una squadra che ha bisogno di un restyling di mercato netto e deciso. Per i tifosi All Blak però, questo sarà un capodanno senza troppe certezze…

 

 

CELTIC

Si punta alla Champions, sfortuna permettendo.

L'ennesima sconfitta beffa (2-1 al “mezzo punto” contro il Pace) con cui il Celtic&St.Pauli ha chiuso il 2010 è un po' la fotografia di quanto fatto sinora dalla compagine capitolina in Serie A Green sino a questo momento. Se il talento e la competenza di Piero Barbaro non sono mai state in discussione, è altrettanto inconfutabile che quest'anno (pur senza il decisivo apporto del ds Petroni) ci si aspettava dai biancoverdi un salto di qualità dopo le due salvezze consecutive conquistate. La campagna acquisti ha portato a Roma giocatori del calibro di Juan, Diamanti, i Thiago (Silva e Motta) e Pato, oltre all'”usato sicuro” firmato Mauri, Simplicio e Handanovic. Complici i soliti infortuni e il netto calo di Barreto, che non sta garantendo i gol che Barbaro pensava, il Celtic in campionato ha tentennato, specialmente in trasferta dove ha conquistato i 3 punti solo alla seconda giornata contro lo Star13.

Il vero obiettivo stagionale dei biancoverdi, dunque, sembra essere la Champions Green. Dopo lo scialbo 0-0 col Pace della prima giornata, Barbaro ha dominato il girone D prima regolando il favorito Acab 2-1 e poi schiantando il Lupiae con un 3-2 memorabile. Classifica alla mano, la sorte ha pescato per i romani l'avversario maggiormente alla portata, ossia il Mojito, ma conoscendo la scaramanzia del manager italo-scozzese, questo auspicio non rilasserà più di tanto l'ambiente. Anzi. Se è vero che Barbaro recupererà sicuramente Pato (Ibrahimovic è pure squalificato), Linciano potrà contare su Milito per un faccia a faccia davvero interessante. Il recupero della punta brasiliana (così come forse anche quello di Barreto) non cambia però le necessità del Celtic, ossia l'acquisto di una punta (18 gol fatti contro i 24 subiti sono più di un campanello d'allarme). Antenucci poteva essere una buona scommessa ma forse è stato un tantino sopravvalutato, mentre Castillo, Caputo e Kozak più di così non potevano dare. Quest'ultimo finirà sicuramente in B per una comoda precedenza, che però difficilmente porterà al bomber che serve a Barbaro, il quale probabilmente dovrà mettere sul mercato uno dei suoi big, così come sta capitando a molti altri manager in questa stagione. Spesso è accaduto che nonostante tutti i presupposti, le casacche cambiate furono ben poche: quest'anno, complici gli infortuni, il mercato più che un vezzo potrebbe diventare una necessità. E se fosse proprio il Celtic a far scattare la miccia?

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FLIPPER

A Serrano son finiti i tempi d'oro?

Il grande Bounty Flipper ammirato e osannato da pubblico e critica nelle ultime due stagioni sembra essersi arenato nel pantano del centro-bassa classifica. Fabrizio Mangia pare aver perso il tocco magico che ne ha caratterizzato le scelte societarie in questi due anni magici ed ora annaspa per non farsi risucchiare nella lotta per non retrocedere. L'eliminazione dalla Champions Green con addirittura 0 punti in tre gare era stato più che un campanello d'allarme, visto che la competizione stava diventando uno degli obiettivi preferiti della franchigia di Serrano. Il campionato, poi, non ha fornito maggiori soddisfazioni: un andamento altalenante con molti pareggi per 2-2 dà l'idea dell'indecifrabilità di questa squadra, il cui destino ad oggi è tutt'altro che prevedibile.

I tempi d'oro dei verde-mimetici erano stati caratterizzati da una costante, ossia la strategia di mercato che Flipper ha impostato e che si era rivelata vincente. Cambiare poco, a volte quasi nulla, mantenendo la stessa intelaiatura di settembre, con delle eccezioni legate solo a questioni di necessità, vedi scambio col Curtale dell'anno scorso. Oggi però le necessità d'un tratto sembrano spuntare da tutte le parti, tant'è che Fabrizio Mangia si è rivisto ad un'asta di riparazione di ottobre dopo non si sa quante stagioni di assenza. Il perchè è presto detto: 657 mld spesi per Totti, Vucinic e Ghezzal sono la mazzata dietro la nuca che solitamente non ti puoi dare da solo…se poi prendi Montolivo a 130 e lo scambi con Piatti, vuol dire che i problemi sono più in profondità di quanto si creda. La rivoluzione verde-mimetica perpetrata da Mangia nel mercato di ottobre ha visto gli arrivi tra gli altri di Rosi, Benatia (almeno lui positivo, ma che ha richiesto il sacrificio di Rossi del Genoa), Vives, Casarini, Mesbah e Gattuso, sicuramente meglio dei vari Laner, Piangerelli e Petras, ma non abbastanza da far decollare il Flipper, che deve dire grazie soprattutto alle grandi prove di Zaccardo e Di Michele se la situazione a Serrano può non dirsi ancora critica.

E il 2011 non si prospetta certamente roseo per i salentini: con Sanchez in predicato di andare all'estero o al massimo a rimpolpare la panchina dell'Inter, l'unica carta buona nel mazzo di Flipper potrebbe essere Julio Baptista, quasi certamente ceduto al Malaga in Spagna e precedenza allettante come pedina di scambio. Ribadiamo, però, che i problemi del Flipper 2010/11 sono strutturali, con un organico che sulla carta non è all'altezza di quelli che nelle ultime due stagioni hanno fatto sognare Serrano. A meno di miracoli, Fabrizio Mangia sarà alle prese con un anno di transizione, dove sarà importante soprattutto evitare il peggio. Certo, ogni volta che si dice così del Flipper, la bacheca serranese a fine anno puntualmente si riempie….

 

 

LUPIAE

La salvezza passa dal mercato di gennaio.

Finisce finalmente un 2010 da incubo per i colori verdeazzurri. Il Lupiae si lascia alle spalle l'anno orribile della retrocessione e riparte senza eccessivi proclami, con l'unico obiettivo dichiarato della salvezza. L'inizio della stagione aveva messo i brividi un po' a tutti, con una serie di sconfitte consecutive tra amichevoli, Champions e campionato. Poi la ripresa, lenta ma convincente, soprattutto grazie al mercato di ottobre che ha portato a Lecce Berardi, Koman e soprattutto Ilicic, per mezzo di una delle solite travolgenti trattative alle quali Luca Brindisino ci ha ampiamente abituato. Ora come ora non si può certo dire che il Lupiae si trovi fuori dai pericoli, ma le prospettive per il 2011 possono indurre all'ottimismo, soprattutto dopo la scorpacciata di reti rifilata ai rivali dello Star13 nel derby disputato a Calimera e finito 2-5 per i lupi salentini.

L'infortunio di Samuel è stata certamente la tegola peggiore che i leccesi hanno dovuto sopportare: il capitano con una media voto mostruosa ha fatto crac per tutta la stagione e nonostante l'acquisto di Cordoba era stato mirato, l'arrivo di Ranocchia all'Inter potrebbe indurre Brindisino a cedere a febbraio The Wall. Ma ci sono tantissimi altri orizzonti di mercato che riguardano il Lupiae: se Rispoli e Berardi hanno grandissime prospettive ma giocano solo a singhiozzo, se Mexes si sta facendo condizionare dalle beghe contrattuali con la Roma, a febbraio un rinforzo fondamentale per la difesa verdeazzurra potrebbe essere Emiliano Moretti, preso come riserva di Dainelli ed ora primo obiettivo per tantissime squadre di Serie A, Palermo e Fiorentina su tutte. Il centrocampo, invece, non dovrebbe essere toccato se, come le statistiche confermano, si tratta del miglior reparto mediano di tutta la Serie A Green. Senza citare i vari Stankovic, Ambrosini, ecc., una menzione particolare la merita Radja Nainggolan, pagato solo 1 mld e del quale sentiremo certamente parlare. L'attacco resta sicuramente il reparto che fin qui ha maggiormente deluso le aspettative. Le coppie Floccari-Rocchi e Bojinov-Paloschi erano state studiate a tavolino insieme al “quinto incomodo” Rudolf, ma qualcosa non ha funzionato. I laziali sembrano aver smarrito il fiuto del gol che li ha contraddistinti nella loro carriera, mentre sulla sponda Parma Bojinov sta disputando sinora una stagione imbarazzante, mentre Paloschi ritarda costantemente il rientro in campo dall'infortunio, segnale inconfutabile di una condizione fisica insufficiente per poter giocare in A. Ma anche qui il mercato potrebbe venire in aiuto di mister Brindisino che, come già ricordato, ha dimostrato di non essersi ancora totalmente ripreso dalla retrocessione rifiutando una proposta indecente del Labbari che in cambio di Floccari offriva l'impossibile, tra cui Quagliarela. In altri tempi il manager salentino non si sarebbe lasciato sfuggire simili occasioni, ed ora si ritrova con un Floccari svalutato e quasi sicuramente destinato a giocarsi il posto non più con Rocchi ma con il nuovo acquisto della Lazio, sia esso Hugo Almeyda o Santa Cruz. La sorpresa, dunque, la potrebbe regalare proprio Tommaso Rocchi. Il capitano della Lazio ha più volte ribadito di non voler assolutamente lasciare Roma, ma in caso di arrivo nella Capitale di un'altra punta, il bomber veneziano sarebbe costretto gioco forza a cambiare aria, cercando magari di avvicinarsi a casa. Su di lui è fortissimo l'interessamento della Sampdoria, ma prima ancora ci sono stati contatti con l'Udinese, meta gradita al giocatore perchè lo metterebbe in tandem con Totò Di Natale. Non solo: su Paloschi si è fiondato il Genoa che ha proposto uno scambio con Palladino, mentre sempre il Genoa potrebbe decidere di cedere in prestito Rudolf (nonostante il parere negativo di Ballardini). In pole position per l'ungherese c'è il Bari, e sarebbe la prima volta che un giocatore biancorosso indosserebbe la maglia del Lupiae, mettendo in serio imbarazzo mister Brindisino… In tutti i modi, la salvezza del Lupiae passa necessariamente dal mercato di gennaio: se alcuni elementi della rosa cambieranno casacca per giocare titolari, il sentiero verdeazzurro potrebbe rivelarsi meno tortuoso del previsto.

 

 

MOJITO

Qualcosa bolle nella pentola del Mojito…

L'altalena di risultati di questo campionato equilibratissimo non ha risparmiato neppure i Mojito Dealers di Stefano Linciano. Partiti malissimo, complice anche un calendario tutt'altro che in discesa, la riscossa è partita subito dopo la vittoria contro i campioni in carica del Curtale. Bene anche la Champions, dove i salentini hanno passato il primo turno e affronteranno ora il Celtic con parecchie speranze di approdare in Semifinale.

Il cammino del Mojito è stato, come per tutti, costellato da infortuni più o meno gravi: da Maicon a Capuano, da Jovetic (preso però già rotto) a Milito, anche Linciano ha avuto le sue belle gatte da pelare. A ottobre ha scelto di fare pochi cambi ma mirati: il terzo portiere Brichetto, il positivo difensore Armero (al posto di Donati del Lecce, che però ora sta giocando e bene) e una delle più belle sorprese del campionato, il centrocampista sloveno Bacinovic. Per il resto, la rosa neroverde è di prim'ordine, con gente del calibro di Bonucci, Pastore, Robinho e Boateng che sta tenendo a galla tutta la squadra grazie a prestazioni molto al di sopra della sufficienza. Il fantasista argentino, in particolare, è al momento capocannoniere insieme a Di Natale ed Hamsik a quota 9 reti e, nonostante qualche alto e basso, sta letteralmente trascinando la squadra arrivando al quinto posto tra i Big Green della stagione con 8,33 punti di fantamedia. Anche Linciano, dunque, spera nel recupero degli infortunati di lusso, ma non solo. L'aver lanciato giovani come Benalouane e Marilungo (sfruttando i flop di Pellegrino e Cassano) fornisce al Mojito delle valide alternative sia dal punto di vista della quantità che della qualità.

Tutto lascerebbe dunque pensare che Stefano Linciano possa essere soddisfatto di come sono andate fin qui le cose, seppure la zona retrocessione resti lì nonostante le statistiche vedono il Mojito far compagnia alle grandi per quanto riguarda i gol subiti (solo 20). In parte è vero, ma il manager di Lizzanello non è tipo da accontentarsi senza nemmeno provare a inserire la marcia successiva e, considerando i quasi 150 mld presenti nelle casse neroverdi, ci sono tutti gli indizi per poter seriamente ipotizzare che c'è qualcosa che bolle nella pentola del Mojito…

Vass e Grossmuller, ad esempio, hanno deluso ampiamente le aspettative e potrebbero tranquillamente essere “segati”, assieme a un difensore, per poter arrivare a un'ulteriore tassello in attacco che possa dare a Linciano ulteriori alternative al 3-5-2 sin qui ottimamente rodato. Certo è che non sarà un mercato facile questo invernale della Serie A Green, né in entrata né in uscita, e finora si può dire che niente si è mosso anche perchè non ci sono stati ancora grandi nomi messi sul piatto dalle grandi squadre di Serie A. Tutti però se li aspettano, Linciano compreso, e tra coloro che dispongono di un gruzzolo sufficiente per far saltare il banco una volta solidissimo del Blakblok, proprio il presidente del Mojito potrebbe essere il maggiore indiziato, per capacità di interlocuzione ed inventiva nelle trattative. Ipotizzando, ad esempio, che Linciano volesse buttarsi su una punta, nulla gli vieterebbe di versare tutti i denari e magari un centrocampista di qualità (ad esempio Maggio) nelle casse di Amici di Moira Orfei per arrivare magari a Crespo, Mascara o Bogdani, cedendo pure Farias, che al 99% diventerà precedenza (il Foggia di Zeman e Pavone è su di lui). Questo è FantaFantaCalcio, non c'è dubbio, ma chi potrebbe sorprendersi di un'eventuale ribaltone finanziario, dopo che da tre anni a questa parte è un'eventualità che puntualmente si verifica nel mercato invernale? E il 23 gennaio a Cisterna ci sarà proprio Amici-Mojito, ultima giornata del girone di andata…

 

 

STAR13

Anche Maggiore i rinforzi se li fa in casa.

Quattro punti nelle ultime sei gare, un pareggio, una vittoria col Flipper e quattro sconfitte, tra cui l'umiliazione casalinga per 2-5 nel SuperClassico col Lupiae. Il momento attuale dello Star13 non è dei più felici, tuttavia Gigi Maggiore rimane saldamente attaccato al treno salvezza. Se il 2010 è stato avaro di soddisfazioni (retrocessione anche per i calimeresi nonostante il capocannoniere Milito, ricordiamolo), il 2011 potrebbe invece essere più benevolo per le lumache arancioviola.

Partendo anzitutto dai Quarti di Champions, conquistati dopo aver dominato il girone il B e che vedranno lo Star13 affrontare il Delinquere forti dei “vecchi nuovi acquisti”, ossia i giocatori sin qui infortunati che Maggiore non ha potuto ancora utilizzare. Il primo della lista non può che essere Gianluigi Buffon. Il portierone della Nazionale pagato solo 44 e finora ottimamente sostituito da Storari, è pronto al rientro e si sta già allenando coi compagni da circa una settimana. Anche la difesa sta per essere puntellata da rinforzi già presenti nella rosa di Maggiore: il brutto infortunio di Radu spalanca le porte al rilancio di Garrido sulla fascia sinistra difensiva della Lazio, l'oggetto misterioso Reginiussen pare aver completamente smaltito gli acciacchi e si candida per un posto da titolare nel Lecce già a partire dal derby col Bari, mentre il nuovo allenatore dell'Inter Leonardo ha già ribadito che “Santon non si tocca” e quindi giocherà. La lista dei recuperati prosegue a centrocampo, che era un po' la punta di diamante della onerosa campagna acquisti estiva del Kitty's in Coola. Wesley Sneijder, in particolare, ha molto deluso, complice la stanchezza post mondiale che gli ha causato qualche acciacco, non ultimo quello in coppa intercontinentale dopo soli 30 secondi di gioco. Ma anche lui non vede l'ora di rientrare, mentre qualche problema in più sembra avere Pizarro, in rotta con la società romanista ma che non avrebbe nessun problema ad accasarsi altrove da titolare (scambio col Genoa per Sculli e Zuculini?). Anche l'attacco arancioviola, infine, avrà i suoi innesti interni: Adrian Mutu ormai è completamente ristabilito e punta a fare un finale di stagione convincente, essendo in scadenza di contratto con la Fiorentina, mentre un altro coniglio dal cilindro potrebbe essere Igor Budan, che proprio con il Kitty's In Coola (allora Star8) fu protagonista della sua ultima grande stagione in A nel 2006.

Insomma, rinforzi fatti in casa per Gigi Maggiore che però non potrà comunque esimersi dal presenziare l'asta di febbraio, specialmente se la classifica dovesse rimanere simile all'attuale. Intanto adesso c'è la Champions e poi subito una sfida dentro-fuori con l'Atletico Pace, prima del tour de force con le big Amici, Terlizzi e Domingo. Un 2011 da guardare con ottimismo anche in casa Star13, dunque, a patto che ci si disponga da subito a rimboccarsi le maniche.

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AKRAGAS

Numeri impietosi, ma c'è tutto per risalire.

Settima stagione in Serie A Green per l'Akragas di Totò Alaimo, che dopo le prime due retrocessioni fisiologiche, negli ultimi 4 anni si è attestato sui comodi cuscini del centro-classifica, con alcune puntate nelle zone alte. In questo 2010/11 i siciliani stanno incontrando più di qualche difficoltà: fatti fuori dalla Champions già dal girone eliminatorio, hanno trovato la prima vittoria solo alla 9' giornata contro Mojito, dopo 4 pareggi e ben 7 sconfitte tra coppa e campionato e tuttora sono la squadra con la peggior media voto del campionato (65,87 punti e 17 gol fatti).

Numeri impietosi, dunque, per Alaimo, che però ha alle spalle il bagaglio di esperienza necessario per venire fuori anche da una situazione del genere. Cerchiamo di capire perchè. Il tallone d'achille dei biancocelesti è sempre stato il mercato, o meglio l'ansia da prestazione che coglie Alaimo allorchè si tratti di allestire o rinforzare la rosa. Il manager agrigentino non ha mai nascosto la sua predilezione per i giovani e le promesse, magari provenienti dalla B, ma se negli anni scorsi questo poteva considerarsi solo un vezzo fantacalcistico, da questa stagione con l'approvazione della regola delle plusvalenze, la strategia di mercato di Alaimo assume proporzioni più lungimiranti. Volta, Coda, Gomez, Lijaic, Kone sono le scommesse a basso costo che il guru della trinacria si è portato a casa, con risultati alterni, com'è giusto che sia per delle promesse. Una di queste poteva essere anche Eder (pagato 103 mld) ma fino ad ora il bomber del Brescia ha deluso, costringendo l'Akragas a rivedere qualcosa sul mercato e pescando Ofere, oltre a Lazzari e Ramirez, vere e proprie chicche scambiate per Acquafresca, Isla e Mesbah.

Stavolta, dunque, Alaimo sembra averci visto giusto su parecchi colpi, ma allora perchè si trova in piena zona retrocessione, con una media punti disastrosa? Anzitutto bisogna dire che dopo l'inizio da panico, l'Akragas è in striscia positiva da ben 6 turni, con 3 vittorie e 3 pareggi che ne hanno risollevato le sorti dopo che, fino alla vittoria col Mojito, la classifica segnava solo 3 punti. Chiavi di volta di questa rimonta sono stati sicuramente i due “piccoletti” recuperati, ossia Giovinco e Miccoli, presi come colonne portanti della squadra e utilizzati (specialmente il secondo) col contagocce a causa di infortuni. Il calo generale aveva coinvolto addirittura Javier Zanetti, che doveva essere la sicurezza, il capitano inamovibile e che invece ha collezionato una serie di insufficienze senza precedenti. Infine i fuochi di paglia di Moscardelli ed Eder, che sembravano poter spaccare il mondo ma sono rapidamente finiti ai margini a causa di prestazioni non all'altezza.

Insomma, un Akragas che sembra avere tutto per poter risalire la china, a patto che questo mercato sia condotto da Alaimo con cognizione di causa. La fortuna ha regalato agli agrigentini la titolarità di Boruc alla Fiorentina dopo l'infortunio di Frey, anche se Antonioli non aveva sin lì fatto malaccio. La partenza di Cavalieri potrebbe addirittura dare una precedenza utile per raccattare Avramov (lasciato libero dal Delinquere) sul mercato e finire la stagione coi portieri della Fiorentina, magari piazzando Antonioli. Forse la difesa avrebbe bisogno di qualche innesto, ma Chico e Morleo sono pupilli inamovibili di Alaimo, che però dovrà fare i conti anche col brutto infortunio di Radu. Il centrocampo potrà sicuramente beneficiare del cambio di maglia di Kahrja (Napoli o Fiorentina?), mentre in attacco c'è già la primBLAKBLOK 322 AKRAGAS 204 AMICI 196 CELTIC 180 STAR13 148 MOJITO 123a precedenza, ossia Bucchi, e ad Agrigento sono tutti pronti a scommettere che il talent scout Alaimo non vede l'ora di buttarsi sul giovane Chico Macheda, approdato alla Samp. Non dimentichiamoci, infatti, che l'Akragas zitto zitto è a un centinaio di mld di distanza dal cheap leader Blakblok, un tempo considerato irraggiungibile. Ora, a un mese dall'asta di febbraio, non è più così, con ben 4 squadre che potrebbero potenzialmente consentire ad Alaimo il sorpasso (o viceversa). Occhi dunque puntati su Cisterna, Lizzanello, Roma, Calimera ma soprattutto Agrigento, e vedremo se finalmente Alaimo avrà superato o meno il “complesso del mercato”.

 

 

ATLETICO PACE

Troppe spese folli ad agosto, Pazzini basterà?

Dopo il sorprendente settimo posto dell'anno scorso, Andria ribolliva di entusiasmo e consegnava a Stefano Mario Patruno il compito di allestire una rosa che potesse quanto meno ripetere la splendida cavalcata del 2010. Compito pesante e forse non del tutto metabolizzato dal presidente rossoblu, che si è lasciato incantare dalle sirene estive del precampionato andando a investire lì dove, col senno di poi, si sarebbe dovuto spendere poco lasciando scoperti alcuni reparti. La difesa, ad esempio, poggia tutto sul confermatissimo Criscito, sulla scommessa Von Bergen (per fortuna azzeccata) e sui tre del Palermo Munoz-Goian-Glik, di cui uno gioca sempre. Il mercato ha già strizzato l'occhio ai pugliesi, visto che proprio Glik è approdato al Bari e si giocherà il posto con altri due difensori del Pace, Raggi e Belmonte. Cambia poco, dunque, ma almeno c'è una pedina in più su cui contare. A centrocampo tutti sapevano dell'interesse di Patruno per D'Agostino (dopo il flop dell'anno scorso) e Marchisio, e qualcuno ci ha speculato. Ma i 200 e passa mld spesi per Aquilani, Marchionni e Semioli potevano essere sicuramente investiti meglio, visto e considerato che a ottobre il Pace ha dovuto collocare altri 80 mld nelle casse del Lupiae per avere i numeri giusti a centrocampo grazie ai titolari Pinzi e Munari. L'attacco, poi, simboleggia perfettamente lo scialacquo perpetrato dalla società andriese nel mercato di agosto: 330 mld per Maxi Lopez, addirittura 316 per Hernandez (dinanzi all'incredulo Paolo Memola, che lo voleva riconfermare al Terlizzi) e dulcis in fundo 100 per Nenè. Cifre pazzesche, che se confrontate poi con i risultati e le medie voto ottenute mettono il tifoso dell'Atletico Pace nella stessa posizione di Willie il coyote quando gli sta per arrivare l'ennesima incudine in testa: Nenè è il migliore, con 6,5 di media e 4 gol fatti, Maxi Lopez 6,03 di media con 3 gol, Hernandez addirittura 5,6 di media e zero gol fatti in soli 6 spezzoni di partita giocati. E visto che neanche la buona mossa di Thereau è riuscita a metterci la giusta pezza, Stefano Mario si è dovuto inventare lo scambio dell'anno, quello che rimane nella memoria anche negli anni a venire, quello dell'o la va o la spacca. Ceduti al Blakblok dell'amico Lorusso il pupillo Marchisio e Corradi, in cambio Patruno potrà schierare già dalla sfida di Green Cup col Flipper il bomber Pazzini (che Lorusso aveva pagato 420 mld!!!), oltre a Sissoko che però sicuramente diventerà precedenza, a meno che la Roma di Ranieri non tenti un'operazione di prestito.

Con questo innesto, il Pace punta dritto verso l'obiettivo salvezza, ma non sarà facile, visto che Pazzini ha perso i magici assist di Cassano e si trova addirittura al centro di voci di mercato che lo vorrebbero alla Juve. L'ultima fortunosa vittoria col Celtic e il precedente pareggio con la capolista Domingo hanno risollevato il morale della truppa rossoblu, che ora si prepara dopo la Green Cup ad affrontare gli ultimi 3 impegni del girone di andata con Star13, Mojito e Curtale fondamentali per la salvezza. Intanto però c'è il Flipper, al quale è legato uno dei ricordi più amari di questo inizio di stagione per il Pace, ovvero la sconfitta casalinga del 31 ottobre per 3-4, che fece scatenare le ire di Stefano Mario Patruno, stizzito con la malasorte che secondo lui era stata contagiata da altre compagini. Alibi, questo, che la franchigia pugliese ha portato avanti per molto tempo, ma che l'esperienza insegna non pagare. Ora tutti si aspettano il tridente fisso, con Pazzini, Maxi Lopez ed uno tra Hernandez, Nenè o Thereau a completare il reparto, ma non è escluso che Patruno stia preparando altri colpi, magari in difesa, per cercare di tirarsi fuori dalle sabbie mobili della classifica e non ripetere la sfortunata stagione del 2009 culminata col terzultimo posto e la retrocessione.

 

WAILERS

 Senza difesa, tenuti a galla da Hernanes-Zarate.

Anche i Wailers, nonostante la classifica sia ancora cortissima e più che aperta, rappresentano una delle delusioni di questa prima parte di Serie A Green. Il binomio Mancini-Tarantino sembrava poter essere di sicuro più profittevole di quello Murena-Mangusta, ma i fatti dicono che va ancora oliato molto meglio, specialmente per quanto riguarda l'intesa sul mercato. Se, difatti, sembra esserci molta più compatibilità per quanto riguarda le scelte di formazione nell'asse Londra-Roma, le operazioni di mercato condotte dalla società gialloblu hanno destato più di qualche perplessità, sia nell'ambiente che tra la stampa e gli addetti ai lavori.

Si è cominciato col lasciare Santacroce, preso a soli 5 mld e prevedibilmente titolare dal mercato di gennaio, per Cicinho, che fu schierato da Ranieri per necessità e ha illuso Tarantino di aver fatto un affare: si ritroverà, ben che vada, con una precedenza. Poi si è proseguito con la cessione al Delinquere di Ricchiuti, effettivamente un po' in ombra, per Taddei, protagonista però solo 3 volte sul campo in tutto il campionato e dai più considerato un giocatore finito. Ok, si disse, il Wailers ha voluto fare cassa con 43 mld. Salvo poi reinvestirne 99 nell'operazione che ha portato ad Agrigento Lazzari e Ofere in cambio di Isla e Acquafresca. A meno di clamorosi sviluppi di mercato, questo potrebbe essere il vero e proprio Pacco ai danni del team di Santa Cesarea Terme, che si ritrova così con soli 15 mld in cassa e più di qualcosa da rivedere sul mercato.

A cominciare dai pali: il portiere portoghese del Genoa Eduardo è stata una delle maggiori sòle” (ma forse anche questa abbastanza prevedibile…) e Mancini e Tarantino quasi non sanno se sperare che rimanga oppure vada via, con tutte le difficoltà che comporta la ricerca a gennaio di un portiere (leggi: rischio tangibile di essere spennati). La difesa, poi, è stata la causa maggiore delle sconfitte dei Wailers: Cassetti, Sokratis, Canini, Bonera, Kaladze, Pasquale, Domizzi e Cicinho. Di questi otto solo uno è titolare fisso, non ci sprechiamo nemmeno a dire chi è. Fatto sta che se i due manager non troveranno presto una via d'uscita rischieranno spesso di ripetere prestazioni imbarazzanti come l'ultima con l'Akragas (dopo il danno la beffa) dove non sono bastate nemmeno le sostituzioni nel reparto arretrato per giocare in parità numerica con l'avversario. A centrocampo, per fortuna, brilla e risplende la stella di Hernanes, pagato 155 (5 mld in più del ceduto Lazzari) che sta furoreggiando con gol e assist a profusione e sarà sicuramente candidato a qualche nomination finale. Una vera manna dal cielo per i salentini, che altrimenti si sarebbero trovati con l'altra star Martinez perennemente infortunato, oltre che i vari Candreva, Foggia e Valiani ampiamente al di sotto delle loro possibilità, sia come voti che come presenze. In attacco, già detto del momentaneo ma totale flop di Acquafresca, ci sarebbe anche da affiancargli a pieno titolo Chevanton, tornato alla grande a Lecce ma finora protagonista più per le squalifiche e gli infortuni che per i gol a cui aveva abituato. Ora però sembra carico e tornerà titolare già giovedì nella sfida di Green Cup che vedrà i Wailers affrontare il Curtale, presumibilmente col tridente formato da Chevanton-Gilardino-Zarate. Gli ultimi due, pagati in tutto 634 mld, stanno facendo il loro dovere di attaccanti di alto livello senza infamia e senza lode, cioè senza strafare, ma la salvezza dei Wailers quest'anno passa più che mai dai loro gol. A meno che Mancini e Tarantino non decidano di sacrificarne uno, magari Zarate, sull'altare del “mea culpa” di mercato, ossia per riparare alle malefatte compiute da agosto ad oggi. Come detto servirà probabilmente un portiere, sicuramente almeno due difensori e forse anche un mediano.

Sta di fatto che la media dei punti fatti dai Wailers (67,12) giustifica ampiamente la posizione in bassa classifica dei gialloblu e la conseguente preoccupazione dei tifosi, che dopo le ultime esaltanti stagioni di vertice ora si trovano a dover fare i conti con un'annata difficile, dalla quale si verrà fuori solo e soltanto se la coppia Mancini-Tarantino saprà trovare quel colpo di coda in grado di dare davvero la scossa alla squadra.

 

CURTALE

La realtà è peggio del più brutto degli incubi.

La tanto osannata stella di Ronaldinho, pagato 353 bigliettoni, che sta per eclissarsi negli inferi del campionato brasiliano. Iaquinta, che era pronto al rientro, starà nuovamente fermo per un mese a causa dell'ennesimo infortunio. Amauri, dopo la pomposa presentazione, oggi rappresenta a tutti gli effetti una scommessa persa malamente, non lo vuole più nemmeno la Juve, che però a sua volta non sa a chi venderlo. Gillet, portiere del Bari pagato praticamente 161 mld perchè per un errore d'asta è stato dovuto scambiare con Abbiati, è ancora fuori causa. Eccetera, eccetera, eccetera. Partendo dalla notizia più recente e andando a ritroso si potrebbero ripercorrere questi ultimi 5 mesi del Curtale evento dopo evento, mattone dopo mattone, per comprendere a fondo i motivi che hanno portato i campioni in carica e dominatori dello scorso torneo ad occupare ora l'ultimo desolante posto in classifica.

Ovviamente questo non è possibile, ci vorrebbe lo stesso tempo necessario per una tesi di laurea per articolare bene il discorso sul disastro Curtale. Eppure la rosa sulla carta non è da buttare. Ma, come spesso accade, questo non è viatico per una buona stagione, se non c'è la giusta dose di fortuna ma anche una buona fetta di lungimiranza. Lungimiranza che Dario Brindisino aveva creduto di avere acquistando i portieri del Milan, salvo poi doverli svendere per paura di non aver preso i titolari. Oppure spendendo 765 mld (si avete capito bene: settecentosessantacinque miliardi) solo per comprare i quattro attaccanti che dovevano sfondare le reti avversarie, e che rispondono ai nomi di: Ronaldinho, Adriano, Amauri e Iaquinta…..

Il più classico dei crolli verticali, dunque, dalle stelle alle stalle. E onestamente non siamo in grado in questa sede di vedere la luce alla fine del tunnel. In questi casi forse la soluzione migliore è smantellare completamente un organico che comunque in alcuni elementi ha dimostrato di poter essere competitivo, vedi Chiellini, Dias o Palacio (prima dell'infortunio, ora chissà…), mentre altri hanno reso meno di quel che ad Aprilia si attendevano: Biagianti, Dzemaili, Olivera e il promettente Schelotto su tutti. Ma per rifare una squadra è proprio dai pezzi forti che bisogna partire, l'esperienza parla chiaro: vendendo pochi di qualità, si possono ottenere molti di quantità. Dario Brindisino lo sa, ma sa anche quanto è duro dover ricominciare da zero, specialmente quando si porta un tricolore sul petto. Gli avversari in questi casi sono come avvoltoi e la fregatura è sempre dietro l'angolo: il mister pontino, peraltro, di queste cose ne è docente… Ora però si trova dall'altra parte della barricata e possiamo solo immaginare quale sia il suo stato d'animo alla vigilia del mercato di riparazione di febbraio.

Una sola vittoria in campionato, anche se nel derby col Lupiae, è il magro bottino ottenuto sinora dagli arancioblu, ora distanti 6 lunghezze dalla zona salvezza. Chi avrebbe mai potuto prevedere un simile andazzo dopo la stupenda favola vissuta l'anno scorso e culminata con lo scudetto? Eppure il fantacalcio è così e la situazione del Curtale fa ampiamente capire e rivalutare anche chi, come ad esempio Flipper l'anno scorso, è stato in grado di restare al vertice per più anni consecutivi. In Serie A Green, poi, le difficoltà raddoppiano, perchè la fame di vittoria è tanta per tutti e anche un angolino di stomaco in più può fare la differenza. Forse questo del 2010/11 è un Curtale sazio, appagato, che non ha più gli stimoli degli anni scorsi quando la smania di dover assolutamente mettere qualcosa in bacheca portava Brindisino ad essere più informato addirittura degli inviati stessi alle partite. Quella stessa spasmodica voglia che l'anno scorso animava il Curtale, quest'anno si rivede molto da vicino nell'Atletico Domingo, per un passaggio di consegne che in qualche modo sembrerebbe già scritto. Condizionale d'obbligo, visto che le sorprese sono, grazie al cielo, all'ordine del giorno.

E il Lokomotiv Curtale? Il Curtale, quando mancano 3 giornate al termine del girone di andata, è già fuori dalla Champions, lotta per un posto in Green Cup ma soprattutto si vede costretto a rincorrere una salvezza che, se ottenuta, avrebbe del miracoloso. Tutti sanno che ripetersi è molto più difficile di vincere. La storia lo insegna, si ripete e non risparmia nessuno. Nemmeno i campioni in carica.

PS: speciale menzione per le statistiche del "Gazzettino Domenghino" senza le quali questo pezzo non sarebbe stato così preciso.

TORGIO GIOSATTI